il progetto
Quest'anno abbiamo deciso di incentrare il nostro laboratorio sul tema dei rifugiati politici.
Con l'aiuto di esperti nel settore, ATAS e Astalli, e con il sostegno economico delle "Politiche Giovanili" del Comune di Trento, realizzeremo un docufilm dove metteremo in luce alcuni interessanti aspetti della realtà dei rifugiati a Trento, allo scopo di raccontare la verità che spesso non coincide con il solito stereotipo a cui siamo abituati. |
la settima arte
Riflettere sul cinema, significa ,cogliere, “come in uno specchio”, un riflesso del mondo, catturando la sostanza della realtà e non l’apparenza: è così che il cinema moderno, grazie al piano-sequenza e alla profondità di campo comunica allo spettatore la concretezza del reale. (Bazin)
Sviluppare la mente è importante ma sviluppare una coscienza
è il dono più prezioso che i genitori possano fare ai figli.
(John Edward Gray)
Nel corso di questi mesi, l’emergenza che è andata via via affacciandosi sulle coste del Mediterraneo, ha notevolmente acutizzato e inasprito gli animi. Questo ha portato i giovani a trovarsi sempre più in una difficile lettura del reale. L’emergenza dei naufragi, i continui approdi sulle coste italiane e le reazioni politiche spesso urlate e fatte di slogan allarmisti, impediscono ai giovani di avere una chiara lettura di questa complessa realtà. Spetta quindi sicuramente alle due maggiori agenzie educative, famiglia e scuola farsi carico di un importante compito come quello della decodifica dei molteplici messaggi contrastanti che arrivano ai nostri ragazzi. Per fare questo va sicuramente offerta loro la possibilità di conoscere meglio questa realtà che al di fuori del clamore mediatico mette in luce aspetti umanitari inaspettati e, come ci ricorda Hannah Arendt, va fatto cogliere loro il dramma della perdita che queste persone si portano dentro “la prima perdita da loro subita è quella della patria”, mentre “la seconda perdita è stata quella della protezione del governo che implicava la perdita dello status giuridico in tutti paesi, e non soltanto nel proprio”. Per la Arendt, dunque, il cuore del problema è che “la privazione dei diritti umani si manifesta soprattutto nella mancanza di un posto nel mondo che dia alle opinioni un peso e alle azioni un effetto”. La cittadinanza, come formalizzazione di un proprio posto nel mondo, sembra essere pertanto l’unica via di accesso possibile all’acquisizione non di uno specifico diritto particolare, ma del generale “diritto ad avere diritti” di cui, secondo Arendt, ci siamo accorti “solo quando sono comparsi milioni di persone che lo avevano perso e non potevano riacquistarlo a causa della nuova organizzazione globale del mondo”.
Riconoscendo in questa posizione uno dei nostri “mandati formativi” proponiamo l’idea di continuare ad attivare un laboratorio sulla cultura della pace, che nasce alcuni anni fa, per porre i ragazzi al centro dell’azione di educazione alla cittadinanza, come protagonisti attivi e consapevoli del loro “essere” “saper essere” e “saper fare”. Nel tempo, le attività del laboratorio sono state molte. Tutte hanno avuto come connotazione quella di stimolare il protagonismo dei ragazzi permettendo loro di approcciarsi ad argomenti anche difficili con serietà. Attraverso il supporto di esperti che li hanno guidati e sostenuti nella realizzazione dei prodotti che al termine di ogni annualità sono stati presentati, hanno potuto constatare il valore del mettersi in gioco in prima persona superando imbarazzi e pregiudizi.
Cogliendo le numerose sollecitazioni che le istituzioni offrono alla scuola come quella della Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani* (adottata dal Comitato dei Ministri l’11 maggio 2010 alla sua 120° Sessione)
Che recita:
“Le pratiche e le attività di insegnamento e di apprendimento devono seguire e promuovere i valori e i principi democratici e dei diritti umani; in particolare, la governance delle istituzioni educative, comprese le scuole, deve riflettere e promuovere i valori dei diritti umani e facilitare l’acquisizione di capacità e la partecipazione attiva dei discenti, degli staffs educativi e degli aventi interesse, compresi i genitori; f. Elemento essenziale di qualsiasi educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani è la promozione della coesione sociale e del dialogo interculturale nonché l’apprezzamento della diversità e dell’eguaglianza, compresa l’eguaglianza di genere; a questo scopo, è essenziale sviluppare la conoscenza, le abilità personali e sociali e la comprensione che riducono i conflitti, aumentano la stima e la comprensione delle differenze tra i gruppi di credenti ed etnici, costruiscono il reciproco rispetto per la dignità umana e i valori comuni, incoraggiano il dialogo e promuovono la nonviolenza nella risoluzione dei problemi e delle controversie. g. Uno degli obiettivi fondamentali di qualsiasi educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani è non soltanto quello inteso a dotare i discenti di conoscenze, consapevolezza e abilità, ma anche quello che mira a renderli capaci e pronti ad agire nella società nella difesa e la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto”
intendiamo quindi impegnarci nella realizzazione di questo progetto attraverso un’indagine sul campo, che sfocerà in un prodotto da divulgare che dia una autentica possibilità di conoscenza della realtà dei rifugiati a Trento.
Si prevedono 5 fasi di svolgimento:
I ragazzi saranno al centro dell’attività attraverso il coinvolgimento decisionale e operativo in tutte le fasi delle attività ipotizzate.
“Educazione ai diritti umani” significa educazione, formazione, accrescimento di consapevolezza, informazione, pratiche e attività che mirano, dotando i discenti di conoscenze, abilità e competenze e sviluppando le loro attitudini e comportamenti, a renderli capaci (to empower them) di contribuire alla costruzione e alla difesa di una cultura universale dei diritti umani nella società, in vista della promozione e della protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali
(Carta del Consiglio d’Europa sull’Educazione per la Cittadinanza Democratica e l’Educazione ai Diritti Umani Sezione I – Disposizioni generali).
Sviluppare la mente è importante ma sviluppare una coscienza
è il dono più prezioso che i genitori possano fare ai figli.
(John Edward Gray)
Nel corso di questi mesi, l’emergenza che è andata via via affacciandosi sulle coste del Mediterraneo, ha notevolmente acutizzato e inasprito gli animi. Questo ha portato i giovani a trovarsi sempre più in una difficile lettura del reale. L’emergenza dei naufragi, i continui approdi sulle coste italiane e le reazioni politiche spesso urlate e fatte di slogan allarmisti, impediscono ai giovani di avere una chiara lettura di questa complessa realtà. Spetta quindi sicuramente alle due maggiori agenzie educative, famiglia e scuola farsi carico di un importante compito come quello della decodifica dei molteplici messaggi contrastanti che arrivano ai nostri ragazzi. Per fare questo va sicuramente offerta loro la possibilità di conoscere meglio questa realtà che al di fuori del clamore mediatico mette in luce aspetti umanitari inaspettati e, come ci ricorda Hannah Arendt, va fatto cogliere loro il dramma della perdita che queste persone si portano dentro “la prima perdita da loro subita è quella della patria”, mentre “la seconda perdita è stata quella della protezione del governo che implicava la perdita dello status giuridico in tutti paesi, e non soltanto nel proprio”. Per la Arendt, dunque, il cuore del problema è che “la privazione dei diritti umani si manifesta soprattutto nella mancanza di un posto nel mondo che dia alle opinioni un peso e alle azioni un effetto”. La cittadinanza, come formalizzazione di un proprio posto nel mondo, sembra essere pertanto l’unica via di accesso possibile all’acquisizione non di uno specifico diritto particolare, ma del generale “diritto ad avere diritti” di cui, secondo Arendt, ci siamo accorti “solo quando sono comparsi milioni di persone che lo avevano perso e non potevano riacquistarlo a causa della nuova organizzazione globale del mondo”.
Riconoscendo in questa posizione uno dei nostri “mandati formativi” proponiamo l’idea di continuare ad attivare un laboratorio sulla cultura della pace, che nasce alcuni anni fa, per porre i ragazzi al centro dell’azione di educazione alla cittadinanza, come protagonisti attivi e consapevoli del loro “essere” “saper essere” e “saper fare”. Nel tempo, le attività del laboratorio sono state molte. Tutte hanno avuto come connotazione quella di stimolare il protagonismo dei ragazzi permettendo loro di approcciarsi ad argomenti anche difficili con serietà. Attraverso il supporto di esperti che li hanno guidati e sostenuti nella realizzazione dei prodotti che al termine di ogni annualità sono stati presentati, hanno potuto constatare il valore del mettersi in gioco in prima persona superando imbarazzi e pregiudizi.
Cogliendo le numerose sollecitazioni che le istituzioni offrono alla scuola come quella della Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani* (adottata dal Comitato dei Ministri l’11 maggio 2010 alla sua 120° Sessione)
Che recita:
“Le pratiche e le attività di insegnamento e di apprendimento devono seguire e promuovere i valori e i principi democratici e dei diritti umani; in particolare, la governance delle istituzioni educative, comprese le scuole, deve riflettere e promuovere i valori dei diritti umani e facilitare l’acquisizione di capacità e la partecipazione attiva dei discenti, degli staffs educativi e degli aventi interesse, compresi i genitori; f. Elemento essenziale di qualsiasi educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani è la promozione della coesione sociale e del dialogo interculturale nonché l’apprezzamento della diversità e dell’eguaglianza, compresa l’eguaglianza di genere; a questo scopo, è essenziale sviluppare la conoscenza, le abilità personali e sociali e la comprensione che riducono i conflitti, aumentano la stima e la comprensione delle differenze tra i gruppi di credenti ed etnici, costruiscono il reciproco rispetto per la dignità umana e i valori comuni, incoraggiano il dialogo e promuovono la nonviolenza nella risoluzione dei problemi e delle controversie. g. Uno degli obiettivi fondamentali di qualsiasi educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani è non soltanto quello inteso a dotare i discenti di conoscenze, consapevolezza e abilità, ma anche quello che mira a renderli capaci e pronti ad agire nella società nella difesa e la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto”
intendiamo quindi impegnarci nella realizzazione di questo progetto attraverso un’indagine sul campo, che sfocerà in un prodotto da divulgare che dia una autentica possibilità di conoscenza della realtà dei rifugiati a Trento.
Si prevedono 5 fasi di svolgimento:
- COSTRUZIONE DEL GRUPPO: a questo momento sarà dedicata particolare attenzione poiché, il cuore del nostro progetto formativo, sta proprio nel riuscire a costituire un gruppo di giovani che al di là delle loro appartenenze (scolastiche, ideologiche, culturali e religiose) sappiano porsi delle domande, desiderino andare alla ricerca delle risposte anche di quelle meno facili o popolari e decidano di mettersi in gioco per modificare, anche se solo in una piccola parte, la realtà che ci circonda.
- IDEAZIONE DEL PRODOTTO FINALE: il gruppo sarà portato a confrontarsi su ciò che vorrà comunicare con il prodotto che si andrà a realizzare come documentazione del lavoro svolto.
- DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’: i ragazzi dovranno individuare azioni e attività utili al raggiungimento dell’obiettivo del gruppo, scegliendo chi coinvolgere, come, quando e con quale finalità.
- REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO: quest’attività prevede momenti diversi che andranno progettati, programmati e realizzati con il regista che supporterà l’attività del gruppo.
- PRESENTAZIONE DEL DOCUFILM: per questo momento si ipotizza un momento pubblico che dovrà essere definito in accordo tra l’enti del territorio e le scuole.
- i docenti avranno cura di programmare momenti di conoscenza formale e informale( presentazione personale, giochi di ruolo, confronti dialogici e uscite sul territorio).
- Attraverso l’incontro con testimoni privilegiati (operatori sociali, volontari impegnati sul territori) persone che a vario titolo professionale incontrano la realtà dei rifugiati si vuole proporre un approccio serio e competente al problema in modo da mettere i ragazzi nella condizione di conoscere la realtà che accompagna la vita di queste persone in modo da poter ideare un prodotto rispondente al percorso fatto.
- Programmazione di incontri, laboratori attività che loro riterranno utili e adatte al raggiungimento dell’obiettivo (momenti ludici, momenti informativi, laboratori didattici, cene comuni, uscite comuni);
- Le attività che si andranno ad individuare per la realizzazione del “docufilm” sono l’aspetto più significativo poiché si vuole portare i ragazzi a fare analisi considerazioni e valutazioni attraverso l’accattivante strumento della documentazione cinematografica, si prevede:
- l’ identificazione del soggetto,
- la costruzione della trama,
- la distribuzione dei ruoli,
- la registrazione,
- il montaggio,
- la discussione sul risultato raggiunto.
I ragazzi saranno al centro dell’attività attraverso il coinvolgimento decisionale e operativo in tutte le fasi delle attività ipotizzate.
“Educazione ai diritti umani” significa educazione, formazione, accrescimento di consapevolezza, informazione, pratiche e attività che mirano, dotando i discenti di conoscenze, abilità e competenze e sviluppando le loro attitudini e comportamenti, a renderli capaci (to empower them) di contribuire alla costruzione e alla difesa di una cultura universale dei diritti umani nella società, in vista della promozione e della protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali
(Carta del Consiglio d’Europa sull’Educazione per la Cittadinanza Democratica e l’Educazione ai Diritti Umani Sezione I – Disposizioni generali).